Corneliu Zelea Codreanu

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Corneliu Zelea Codreanu.

Corneliu Zelea Codreanu fu un nazionalista rumeno, fondatore della Legione dell'Arcangelo Michele, organizzazione nota anche come Guardia di Ferro. Codreanu fu un assiduo combattente per la nazione rumena così come un devoto cristiano.

Aveva iniziato la sua battaglia contro la minaccia bolscevica come membro della Guardia della Coscienza Nazionale, e successivamente della Lega Nazionale della Difesa Cristiana di Ion Cuza.

Infine, prese le distanze dal partito di Cuza nel 1927 (anche per via del becero e violento antisemitismo che questi propagandava) , e formò la Legione dell'Arcangelo Michele, che presto attrasse a sé molti giovani nazionalisti.

La Legione sviluppò subito una dottrina rivoluzionaria incentrata su spiritualità cristiana, amor di patria, sacrificio, senso della gerarchia e responsabilità personale, al fine di sradicare la corruzione politica e purificare la nazione.

Affrontando pesanti persecuzioni negli anni in cui la Legione veniva via via crescendo in popolarità, Codreanu fu imprigionato e assassinato nel 1938 sotto la dittatura di Re Carol II.

L'antisemitismo tanto spesso rimproverato a Codreanu si traduceva, concretamente, in un provvedimento che poneva un limite numerico agli accessi all'università da parte degli studenti ebrei, onde evitare che la minoranza ebraica, forte della sua supremazia e dei suoi privilegi economici, sociali e culturali, potesse precludere a molti rumeni l'accesso ai gradi più alti dell'istruzione, privando così la nazione di una classe dirigente e di un establishment adeguatamente preparati.

Di rilievo fu l'iniziativa del commercio legionario, che proponeva prezzi accessibili anche alle classi meno abbienti, dopo che la lobby ebraica, dedita al mercato nero e all'usura, aveva creato gravi scompensi e sperequazioni nella vita economica del paese. Parte dell'élite dominante, vedendo così messi a rischio i propri egoistici privilegi, stroncò questa attività, liquidata su iniziativa di Re Carol.

Sul piano delle manifestazioni di popolo e di piazza, Codreanu fece propria parte della simbologia, della gestualità, della ritualità e della mistica nazionalsocialiste, infondendovi però una spiritualità più autentica, sentita, quasi delicata, pur nell'ardore della lotta e del sacrificio,

Dopo la sua morte, il Movimento Legionario, ancora devoto ai suoi insegnamenti, avrebbe stabilito lo Stato Nazionale Legionario e, in pari misura, continuato la lotta contro i suoi nemici dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Molti esponenti della Guardia di Ferro ebbero a patire, nei gulag comunisti (basti pensare a quello di Jilava, già teatro dell'esecuzione sommaria del “conducator” Ion Antonescu, o a quello di Pitesti, luogo di brutalità infami, vili, a sfondo esplicitamente satanistico, che Alexander Solgenytsin arrivò a definire «la peggiore barbarie del ventesimo secolo»), l'estremo martirio in nome della loro generosa utopia.

Ion Antonescu si servì, con fredda ragion di stato, se non con cinismo, della Guardia di Ferro per consolidare il proprio potere, e successivamente ne prese le distanze, e addirittura ne agevolò la marginalizzazione e la repressione.

Codreanu, animato più dall'afflato mistico e dall'ansia di palingenesi che da ciechi sentimenti bellicistici e militaristici, subì la persecuzione e la prigionia come una forma di martirio, confortato dalla fede cristiana e dal tenero ricordo della madre, secondo quanto è attestato da molte sue struggenti pagine diaristiche (si veda il Diario dal carcere, pubblicato in italiano dalle Edizioni di Ar).

La storiografia trasformò, faziosamente, questo candido martire (che professò e raccomandò sempre ai legionari, anche nei momenti di più dura presecuzione, di astenersi da atti di violenza) in un despota intollerante e feroce.

Al contrario, come ha chiarito Franco Cardini, la Garda de fier fu un movimento più e prima etico-religioso che politico: una corrente mistica, fortemente legata alla matrice tragica, fatalistica e sacrificale del cristianesimo orientale (racchiusa in sublimi leggende rumene come quella della Miorita e quella di Mastro Manole), mascherata da fascismo.