Alain de Benoist

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Alain de Benoist (nato l'11 dicembre del 1943) è un accademico francese, giornalista e filosofo, noto perlopiù come fondatore del GRECE (Gruppo di ricerca e di studio sulla civiltà europea) e del più ampio movimento della Nuova Destra Europea.

Biografia

Nato a Saint-Symphorien (Indre-et-Loire), dopo aver frequentato i licei Montaigne et Louis-le-Grand, Alain de Benoist intraprese gli studi alla Facoltà di Legge di Parigi; successivamente, si formò in filosofia, sociologia e storia delle religioni alla Sorbona. Per quattro anni fu direttore della rivista settimanale L'Observateur européen; in séguito, egli fu per breve tempo direttore dell'Écho de la Presse et de la Publicité, prima di assumere nel 1969 il ruolo di direttore di Nouvelle Ecole, incarico che detiene tuttora. Dal 1988 è stato inoltre direttore di Krisis. Nel 1968, Benoist e una quarantina di altri attivisti di destra fondarono il Gruppo di ricerca e di studio sulla civiltà europea (GRECE). Esso era, per citare Michael O'Meara, inteso «non come un'organizazione finalizzata alla politica attiva, ma come una scuola di pensiero che voleva contestare l'ideologia dominante, e redimere le fondamenta della cultura e dell'identità europea». Da allora, il GRECE ha esercitato un significativo influsso sul più vasto àmbito della Destra Europea. Scrittore prolifico, padrone dell'inglese, del tedesco, dell'italiano e dello spagnolo, Benoist ha pubblicato contributi su numerose riviste francesi ed europee, fra cui Valeurs actuelles, Le Spectacle du monde, Magazine-Hebdo, Le Figaro-Magazine, Telos e Junge Freiheit. Ha inoltre pubblicato sotto gli pseudonimi di Robert de Herte e Fabrice Laroche. È sposato e ha due figli.

Filosofia politica

Studioso assiduo della storia delle idee, indifferente ai modelli e alle mode ideologici contemporanei, avulso da qualsiasi forma di estremismo e di intolleranza, Alain de Benoist rifiuta in pari tempo ogni restauratrice nostalgia, attento com'è ai fermenti della temperie postmoderna. Fra i temi principali della sua riflessione, troviamo la critica dell'individualismo, dell'universalismo e del nazionalismo come forme, in pari misura, di una stessa «metafisica della soggettività»; la sistematica decostruzione della mentalità utilitaristica ed egoistica imposta dalla logica capitalistica, la cui trionfante globalizzazione rappresenta, a suo parere, il più grande rischio che incombe sul mondo d'oggi; la lotta per le autonomie locali, legata alla difesa delle differenze e delle identità; la chiara predilezione per il federalismo integrale, fondata sulla necessità di estendere la democrazia partecipativa; un tradizionalismo antimoderno, legato ai nomi di René Guénon e Julius Evola; un'ottica comunitaria, incentrata su di un Nazionalismo Europeo; un orientamento paganeggiante, opposto alla tradizione giudaico-cristiana; il postmoderno tramonto delle strutture totalitarie proprie della modernità; una particolare attenzione alle implicazioni ideologiche ed eugenistiche insite nelle scienze della vita (sebbene egli abbia, di recente, preso le distanze da certo neopositivistico determinismo biologico); una sorta di “imperialismo democratico” vòlto ad un radicale ordine identitario, fedele ai retaggi bioculturali dei singoli popoli.

Influenza

Benché avulso dalla destra più retriva e reazionaria per il suo riconoscimento della dignità di identità culturali extraeuropee integrate nel tessuto dell'Europa, Benoist è stato comunque accolto come maître à penser della Nuova Destra Europea, come pensatore capace di contrastare l'indiscussa, e quasi dispotica, egemonia culturale della Sinistra impostasi a partire dal secondo dopoguerra.