Adolf Eichmann

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Karl Adolf Eichmann (1906–1962), funzionario tedesco, condanato a morte come uno dei maggiori responsabili della Shoah.

Rifugiatosi in Argentina dopo la guerra, fu però catturato dai servizi segreti israeliani, e sottoposto ad un processo ampiamente spettacolarizzato, e dall'esito scontato.

Come Eichmann stesso ebbe occasione di spiegare, egli iniziò ad interessarsi ala questione ebraica dopo aver letto le opere di Theodor Herzl. Ciò rientra nei rapporti fra nazismo e sionismo. Per l'ideologia sionista, di cui Herzl fu il caposcuola, la creazione di uno stato ebraico doveva essere raggiunta ad ogni costo, anche a costo di imporre l'espatrio e la migrazione forzata degli ebrei.

Alla Conferenza di Wannsee, a torto ricordata come il contesto e l'occasione in cui fu deciso lo sterminio, si deliberò proprio un'evacuazione verso Est, a cui Eichmann provvide, da grigio burocrate incapace di iniziativa personale, pianificando i convogli e i trasporti.

Proprio nell'ottica di un reinsediamento degli ebrei, Eichmann visitò, nel 1937, la Palestina, meta di flussi migratori concordati fra Sionismo e Nazionalsocialismo tramite la Haavara. I legami e le complicità fra Nazismo Sionismo non potrebbero essere più chiari, se si pensa che a Vienna il quartier generale di Eichmann per l'espulsione degli Ebrei dall'Austria aveva sede nel palazzo del barone Philip de Rothschild.

Il processo Eichmann, tenuto nel 1961, a quindici anni da quello di Norimberga fu il primo processo a un criminale nazista svoltosi in Israele.

Eichmann fu impiccato pochi minuti prima della mezzanotte di giovedì 31 maggio 1962. Non esistono filmati o fotografie dell'esecuzione. Il cadavere fu cremato e le ceneri disperse in mare.

Per Hannah Arendt, com'è noto, Eichmann incarna la banalità del male, ossia non un feroce carnefice, ma un grigio e dimesso burocrate, quasi un automa, dedito ad eseguire ordini. Tale l'immagine che lo stesso Eichmann diede, forse intenzionalmente, di sé.

Ad ogni modo, i cosiddetti "Eichman papers" (diari e trascrizioni orali di Eichmann risalenti agli anni argentini), studiati da David Irving ( http://www.ihr.org/jhr/v13/v13n2p14_Irving.html ), confermano al di là di ogni dubbio che la Endloesung era la deportazione, che Rudolf Hoess esagerò enormemente la portata e la metodologia dello sterminio, e che Eichmann - in stretti rapporti con i leader sionisti, cinicamente tesi verso il proprio fine, quello della creazione, ad ogni costo e ad ogni prezzo, di un territorio ebraico - arrivava a sentirsi, paradossalmente, più sionista che nazista.