Tradizionalismo

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Il tradizionalismo (chiamato reazione e controrivoluzione dai suoi oppositori), in Europa, dopo la Rivoluzione Francese, designa coloro che rimasero fedeli al trono e all'altare; legittimisti, monarchici e teocratici che si opposero al progetto liberale. I controrivoluzionari negano la validità della visione progressiva della storia, il che li distingue dai semplici conservatori, i quali credono in una graduale modernizzazione e in un misurato riformismo.

Pur invocando il patriottismo, e guardando con favore alle prerogative e alle tradizioni delle realtà locali, i controrivoluzionari non sono nazionalisti. Ritengono che la sovranità venga dall'alto; che provenga da Dio, e s'incarni nel sovrano, piuttosto che negli individui.

I tradizionalisti non hanno considerato se stessi ideologi, ma semplicemente una prosecuzione della società normale e sana, così com'è definita dalla legge naturale, che fu pervertita dai philosophes liberali, dai massoni e da altri elementi cosmopoliti e disgregatori propri della modernità.

I due più celebri movimenti in questa linea di pensiero sono forse i Carlisti in Spagna e gli ultrarealisti in Francia. I primi intrapresero una serie di guerre carliste contro l'usurpatore lignaggio isabellino, mentre i secondi conobbero il loro apice durante il regno di Carlo X e della sua Camera Introvabile. Analogamente, movimenti consimili esistettero altrove, come i Miguelisti in Portogallo, i Cavalieri e gli Old Tories in Inghilterra e i Sanfedisti in Italia. Al di fuori dell'Europa occidentale, i Cento Neri di Russia possono essere considerati, grosso modo, un equivalente.